Il numero perfetto by Hart Megan

Il numero perfetto by Hart Megan

autore:Hart Megan [Hart, Megan]
La lingua: ita
Format: epub, azw3
ISBN: 9788858911174
editore: Harlequin Mondadori


25

Cena e film. Nulla di perverso o straordinario, giusto? A meno che non si consideri che all’appuntamento ci sono due donne e un uomo, e che i tre finiranno a letto insieme.

A vederci nessuno poteva saperlo, ovviamente. Ma noi lo sapevamo. E questo aggiungeva un elemento eccitante a tutto quello che dicevamo. Per lo meno, aveva questo effetto su di me.

Forse stavo solo cercando, con tutte le mie forze, di dimenticare lo scontro con Vic, e di non pensare a quello che avrei fatto davvero della mia vita futura, così mi concentrai intensamente su quello che sarebbe successo più tardi a casa di Meredith e Charlie.

«Dio, è il peggior film che abbia mai visto.» Meredith gettò la borsetta sul bancone. Scalciò via le scarpe. Disseminò una scia di vestiti, soprabito, cappello, guanti, mentre andava in soggiorno, dove si chinò per frugare nel mobiletto dei liquori.

«Ne ho visti di peggiori.» Charlie aveva preso il mio cappotto e il cappello e li aveva appesi nella cabina in corridoio, prima di riporvi anche i propri.

Io mi soffiai sulle dita. Avevo messo le muffole di lana, ma la temperatura era calata così velocemente che la breve passeggiata dal cinema alla macchina mi aveva fatto gelare le dita come cubetti di ghiaccio, e la corsa in macchina non era stata sufficientemente lunga per riscaldarle.

«Hai ancora freddo?» Charlie mi prese entrambe le mani e le sfregò delicatamente, poi ne sollevò una verso la sua bocca e ci soffiò sopra.

Io fremetti per ragioni che non erano legate al freddo. «Grazie.»

Lui mi baciò la mano e sorrise. «Nessun problema.»

«Chi vuole un Mojito?» Meredith era in piedi nell’arco della porta tra il soggiorno e la cucina, con una bottiglia di Rum al Lime in mano. «Ho del lime fresco.»

«Devo andare a scuola domani» le ricordò Charlie con un’occhiata all’orologio. «E si sta facendo tardi.»

Meredith mise il broncio, e io pensai a Simone, sentendo una fitta di dolore. Non avevo neppure salutato come si deve i bambini. Ero una pseudo zia di merda.

«E immagino che tu debba andare al lavoro presto» disse Meredith a me.

«Sì. Ma ho portato delle cose. Posso restare... Se vuoi che lo faccia.» Non ero sicura di quello che avrei fatto se avessero detto che non volevano. Dove sarei andata? Cap sarebbe stato felice di ospitarmi, e a Lynds non sarebbe importato, per lo meno per un breve periodo. Ma non volevo andare là.

«Non essere sciocca. Certo che vogliamo. Vero, Charlie?» Meredith appoggiò la bottiglia al bancone e venne ad abbracciarmi. «Mmh, Tesla.»

Si strofinò contro il mio collo, ma poi fece un passo indietro troppo velocemente perché potessi apprezzarlo davvero. «Niente da bere?»

«Non per me. Io vado a farmi una doccia» annunciò Charlie. «Sono stanco.»

Meredith aggrottò ancora la fronte e guardò me. «Charlie...»

Lui si fermò. Spostò lo sguardo da lei a me, poi di nuovo a lei. «Cosa?»

Lei mi circondò la vita con un braccio, così fummo fianco contro fianco. «Non posso credere che ci abbandoni.»

L’ultima cosa al mondo che volevo era che Charlie si sentisse costretto a scoparmi.



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